Rapporto sul chilometraggio 2023 Emburse Captio Scarica il documento
La pandemia di Covid-19 ha dato una brusca frenata alla libertà di spostamento dei liberi cittadini. Le trasferte di lavoro, però, non si sono fermate, soprattutto per quelle aziende che hanno sedi e partner sparsi in tutto il territorio italiano ma anche in diversi paesi esteri (laddove concesso dalle regole di quarantena).
Quando gli spostamenti di lavoro vengono effettuati con mezzi di trasporto pubblici (treno, aereo, metro, autobus), è facile provvedere al rimborso: basta che il dipendente fornisca il biglietto, insieme alla nota spese debitamente compilata. Ma quando le trasferte non possono essere fatte con questi mezzi, e l’azienda non dispone di veicoli propri, gli spostamenti avvengono con l’auto personale, che ha quindi diritto al rimborso km dipendenti. Ecco di che cosa si tratta.
Il rimborso chilometrico è l’indennità chilometrica giornaliera, detraibile e non imponibile, che il datore deve corrispondere al dipendente che affronta una trasferta di lavoro utilizzando mezzi propri. La trasferta può essere di due tipi: all’interno del territorio comunale e fuori dal territorio comunale.
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Rimborso chilometrico: cosa comprende
Tabelle ACI
Questa tipologia di indennità di trasferta viene calcolata sulla base delle tabelle realizzate ogni anno dall’ACI. Per ogni veicolo sono previsti valori diversi, calcolati in base alla marca, all’alimentazione e alla categoria del veicolo stesso. Le tariffe sono approvate dall’ACI entro il 30 novembre di ciascun anno e pubblicate dal Ministero delle Finanze entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d’imposta successivo.
Per calcolare l’indennità chilometrica, l’ACI basa i punteggi sul prezzo del carburante (gasolio, metano e benzina) indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Metanauto. Gli importi vengono costantemente aggiornati.
Di seguito troverai il link con le tabelle ACI 2021, i cui importi sono suddivisi in base alla tipologia di veicolo. Troverai una suddivisione in parti a cui corrispondono le diverse categorie di veicoli: autoveicoli a benzina in produzione, autoveicoli a gasolio in produzione, autoveicoli a benzina GPL, benzina-metano o metano esclusivo in produzione, autoveicoli elettrici ed ibridi in produzione, autoveicoli a benzina fuori produzione, autoveicoli a gasolio fuori produzione, autoveicoli a benzina-GPL, benzina metano e metano esclusivo fuori produzione, autoveicoli elettrici ed ibridi fuori produzione e motoveicoli. Cliccando sulle singole parti, troverai una tabella così strutturata: marca, modello, serie, costo chilometrico 15.000 km, fringe benefit annuale, con gli importi corrispondenti aggiornati al 2021.
Come si calcola il rimborso chilometrico
Ecco come si calcola il rimborso chilometrico per le spese di viaggio avvenute con mezzi propri. Prendendo come riferimento la tabella, bisogna individuare il modello e trovare la tariffa chilometrica corrispondente. Quest’ultima deve poi essere moltiplicata per i chilometri effettuati. Ad esempio, poniamo caso che un dipendente effettui una trasferta di 400 chilometri utilizzando una Ford Fiesta Plus 1.5 TDCi 85 CV (gasolio fuori produzione). In base alle tariffe ACI 2021, la tariffa chilometrica di questo modello è di 0,3297. Il calcolo che quindi bisogna fare è: 0,3297 x 400 = 131,88 euro.
Utilizzo veicolo ad uso promiscuo
Esiste anche il caso di autoveicoli, motocicli e ciclomotori concessi in uso promiscuo. La concessione in uso promiscuo dell’auto aziendale è un beneficio che il datore di lavoro può dare ai dipendenti più meritevoli o a quelli che effettuano maggiori spostamenti in macchina, che possono quindi usare l’auto per scopi sia professionali sia personali (ad esempio, per recarsi al lavoro).
Per calcolare il rimborso km dipendenti con veicoli di questo tipo viene utilizzato un criterio forfettario che non tiene conto della effettiva percorrenza e dei costi sostenuti sia da parte del datore di lavoro sia da parte del dipendente.
Per determinarlo bisogna prendere in considerazione l’ultima colonna della tabella ACI, quella che indica il fringe benefit annuale - ovvero un reddito in natura corrisposto al dipendente che per il datore di lavoro rappresenta un costo deducibile e un reddito tassabile in busta paga - da tassare. Il valore del fringe benefit corrisponde al 25% di 15.000 Km (invece del 30% previsto sino al 2020), moltiplicato per la tariffa ACI, calcolata su questa distanza forfettaria. Questo è valido per autovetture, autoveicoli, autocaravan, motocicli e ciclomotori di nuova immatricolazione con valori di emissione di anidride carbonica non superiori a 60 grammi per chilometro.
Detto in altre parole: l’utilizzo personale del mezzo di trasporto viene considerato un compenso in natura, che deve quindi essere tassato. Convenzionalmente, la norma stabilisce che l’autovettura percorra 15.000 chilometri all’anno, e che una parte di questa percorrenza venga riferita agli utilizzi personali del dipendente. Questo uso privato viene determinato tramite le tariffe elaborate dell’ACI.
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