Sai quanto pagano le aziende italiane per il chilometraggio? Il prezzo del chilometraggio è stipulato nel contratto collettivo di ogni azienda o, in sua assenza, in quello del settore. Tuttavia, il calcolo effettuato per arrivare a tale cifra è solitamente sconosciuto e, pertanto, spesso solleva diversi interrogativi. Rispondiamo alle tue domande nella prima edizione del Rapporto sul Chilometraggio basato sui dati del 2022.
Lo scopo della tariffa di chilometraggio è compensatorio. Vale a dire, è pensata con lo scopo di rimborsare tutte le spese relative al veicolo privato di un lavoratore quando viene utilizzato per lavoro, come ad esempio il carburante, ma anche altri fattori come l’usura, le tasse o l’assicurazione.
Tieni presente che non esiste uno standard per quanto riguarda il prezzo del chilometraggio. Infatti, sono molteplici i fattori che influiscono. Uno degli elementi essenziali è la politica relativa alle spese di viaggio fissata da ogni compagnia. Infatti, il prezzo del chilometraggio come spesa di locomozione deve essere specificato nella contratto collettivo aziendale o, in sua assenza, in quello del settore.
Per valutare la tariffa della tua azienda, la prima cosa da fare è calcolare il costo di ogni chilometro che fai con il tuo veicolo. Tuttavia, questo potrebbe non essere un compito facile e il confronto è sempre utile per mettere le informazioni in prospettiva.
Quali spese sono incluse nel chilometraggio per i viaggi di lavoro?
Le spese che l’azienda sostiene in relazione al chilometraggio sono pensate per coprire qualsiasi tipo di usura e consumo che il veicolo subisce durante la realizzazione di un viaggio di lavoro.
Sono molti i lavoratori che utilizzano il proprio veicolo per viaggi legati alla loro attività professionale. Ciò genera una serie di spese che l’azienda rimborsa pagando la tariffa di chilometraggio.
Occorre fare la differenza tra le “spese di chilometraggio” e i “bonus trasporti”. Le prime coprono le spese che si verificano durante lo svolgimento delle funzioni lavorative del dipendente, mentre i secondi rimborsano le spese generate dalla distanza che il lavoratore percorre dalla propria abitazione al luogo di lavoro e viceversa. L’ammontare di questi rimborsi è solitamente negoziato nell’ambito del Contratto Collettivo aziendale. Il chilometraggio è destinato a coprire l’usura che il veicolo genera durante un viaggio di lavoro:
- La prima spesa da tenere in considerazione è sicuramente la più ovvia: il carburante, che rappresenta la parte più importante della spesa generata, ma rappresenta anche una spesa unica. Alcuni studi ne stabiliscono l’ammontare intorno al 60% delle spese di chilometraggio.
- Un secondo campo che comprende più elementi è quello delle spese relative all’usura causata al veicolo e ad eventuali guasti. Consumo dei pneumatici, cambio dell’olio, parti meccaniche che presentano segni di usura e che necessitano essere cambiate. In poche parole, qualsiasi elemento meccanico del veicolo che si consuma a causa del viaggio e che deve essere sostituito.
- Un'altra spesa importante è l’assicurazione. Il chilometraggio deve coprire la parte proporzionale del prezzo dell’assicurazione, soprattutto tenendo conto delle implicazioni legali in caso di sinistro.
- Si deve tener conto anche della parte proporzionale delle tasse relative al veicolo, come i costi di immatricolazione o la tassa automobilistica, conosciuta anche come “bollo auto” (in passato chiamato “tassa di circolazione”).
Cosa non è compreso nelle spese di chilometraggio?
Ci sono altre spese che non sono incluse nel prezzo del chilometraggio. Ad esempio, le multe che l’autista riceve durante il viaggio, che si tratti di traffico o di parcheggio. Ovviamente, sarà il lavoratore ad essere responsabile di tali multe e del loro pagamento.
Inoltre, in caso di ricezione di una multa durante la guida di un veicolo aziendale, l’azienda è tenuta a identificare l’autista che riceverà direttamente la multa.
Anche altre spese come i pedaggi non sono incluse nel chilometraggio. Attenzione, questo non significa che l’azienda non debba rimborsarli, semplicemente si tratta di altri tipi di spese che il lavoratore dovrà inserire nella sua nota spese secondo la politica aziendale (importi, documenti giustificativi, ecc.). Lo stesso accade con il parcheggio, nonostante non faccia parte del chilometraggio, l’azienda può rimborsarlo dopo aver presentato una nota spese.
Il prezzo del chilometraggio nel 2022
Emburse ha pubblicato, per la prima volta, il Rapporto sul Chilometraggio con i dati del 2022 ricavati dal nostro database, per vedere quanto vengono pagati i costi chilometrici nelle aziende italiane.
Ricordiamo che Emburse è una piattaforma che consente alle aziende di gestire le spese dei dipendenti (compreso il chilometraggio), pertanto disponiamo di un’ottima quantità di dati da analizzare.
Il massimo pagato nel 2022 dalle aziende italiane è stato 0,76 euro al chilometro esentasse. Se l’azienda rimborsa un prezzo per chilometro superiore a questo, pagherà l’eccedenza. Ad esempio, in caso di rimborsare 0,82 €/km, pagherà 0,02 €/km.
Per cominciare dai dati del Rapporto, parleremo degli estremi: il prezzo minimo per le spese di chilometraggio registrato nel 2022 è stato di 0,10 euro. Il massimo invece è stato di 0,76 euro.
Un altro fattore interessante che è possibile analizzare in questo Rapporto, è quanto viene pagato per questi costi ai diversi dipendenti di una stessa azienda e Paese. Infatti, all’interno della stessa azienda, l’anzianità dei lavoratori e la loro responsabilità, per citare alcuni fattori, possono determinare il prezzo del chilometraggio. In questa prima edizione, questa differenza si posiziona sui 0,66 euro, il che significa che il prezzo massimo è più di 7 volte superiore al minimo, marcando una differenza notevolmente distante tra le due cifre.
Infine, uno dei dati più importanti analizzati nel Rapporto è, senza dubbio, il prezzo medio del chilometraggio di quest’anno. Nel 2022, il prezzo medio del chilometraggio è stato registrato sui 0,22 euro. In questa prima edizione 2022 ti spieghiamo nel dettaglio l’evoluzione e ti segnaliamo più nello specifico le cause a cui potrebbe essere dovuto.
Le piccole imprese pagano un prezzo di chilometraggio molto più alto (0,39 euro), le medie e le grandi imprese pagano un importo simile (rispettivamente 0,21 e 0,22 euro).
La stragrande maggioranza delle aziende italiane, un 58%, fissa il prezzo medio del chilometraggio in un intervallo compreso tra 0,21 e 0,3 euro al chilometro.
Va tenuto conto che con la flessibilità delle restrizioni alla mobilità post-pandemia, si è registrato un numero di chilometri per viaggio maggiore nelle piccole imprese che nelle medie e grandi imprese. La media dei viaggi nelle piccole imprese è di 0,39 euro, mentre nelle medie e grandi imprese è di un 20% e 15% in meno, rispettivamente. È anche interessante notare che le medie imprese sono quelle che accumulano il maggior numero di viaggi per utente (54 viaggi nel 2022, cioè 4,5 viaggi al mese), mentre le piccole imprese sono quelle che ne accumulano meno (20 viaggi per utente, ovvero 1,67 al mese), che significa il 63% in meno. Le piccole imprese hanno un costo per utente quasi triplo rispetto alle grandi imprese.
Allo stesso modo, l’obiettivo di questo Rapporto Emburse è rispondere a domande quali: quanto si paga per i costi chilometrici? Viene pagato lo stesso importo in tutte le aziende? Ma in esso troverete anche il prezzo medio pagato per chilometro in base alla dimensione dell’azienda o la classificazione dei settori che hanno pagato meglio quest’anno segnato dalla pandemia.
Inoltre, potrai anche osservare la tendenza dei mesi in cui c’è stata più e meno mobilità professionale legata alle limitazioni imposte dalla situazione sanitaria. Un rapporto che offre prezzi reali e aggiornati estratti direttamente dal database di Emburse, attualmente la migliore piattaforma per la gestione delle spese aziendali.
Pertanto, se vuoi sapere tutti sui costi chilometrici in Italia, scarica qui il Rapporto Captio sul Chilometraggio 2023, dove troverai i dati reali di quest’ultimo anno.