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I controlli della Guardia di Finanza sono uno strumento importante per combattere illeciti fiscali e frodi. Quando gli ispettori finanziari suonano alla porta di un’azienda, è importante avere tutti i documenti perfettamente in ordine. Ecco come si svolgono queste ispezioni e gli aspetti più importanti che bisogna conoscere.
Controlli della Guardia di Finanza: definizione
La verifica fiscale Guardia di Finanza è un’indagine di polizia amministrativa (o Guardia di Finanza) finalizzata a prevenire, ricercare e reprimere violazioni alle norme tributarie e finanziarie, qualificare e quantificare la capacità contributiva del soggetto della verifica, acquisire elementi che possano essere utilizzati per la determinazione delle basi imponibili e combattere illeciti fiscali.
I controlli fiscali Guardia di Finanza possono essere svolti nei locali di attività commerciali solo se ci sono delle esigenze effettive. Se questo risultato può essere ottenuto con tecniche meno invasive, il Fisco è tenuto ad adottare queste ultime. Gli accessi devono svolgersi, salvo casi particolari, “durante l’orario ordinario di esercizio delle attività e con modalità tali da arrecare la minore turbativa possibile allo svolgimento delle attività del soggetto fiscalmente investigato, nonché alle sue relazioni commerciali e professionali”.
Fasi e svolgimento dei controlli della Guardia di Finanza
Le fasi principali dell’attività di accertamento della Guardia di Finanza sono tre.
1 - Accesso
È la fase iniziale e “più delicata”, perché il lavoro del contribuente viene interrotto. Le azioni più importanti svolte dai verificatori in questo momento sono:
- Consegnare al contribuente copia dell’ordine di accesso sottoscritto dal Dirigente dell’Ufficio che lo ha autorizzato.
- Informarlo dei suoi diritti e doveri.
- Redigere il verbale di verifica.
2 - Ricerca
La fase di ricerca dei controlli della Guardia di Finanza ha lo scopo di verificare il rispetto della normativa tributaria sulla documentazione contabile (libri, registri, scritture e altri documenti). Come l’accesso, anche la ricerca è un atto autoritativo ed esecutivo che può essere compiuto dai verificatori anche senza o contro la volontà del contribuente.
3 - Fase di ispezione documentale
Quest’ultima fase ha un carattere più tecnico che consiste nell’analisi, nel controllo e nell’accertamento della Guardia di Finanza di tutte le scritture, dei libri, dei registri e di ogni documento obbligatorio e del confronto di questa documentazione con altre fonti di prova acquisite durante le ricerche e le verifiche.
Fin qui abbiamo riassunto le principali fasi in cui si svolgono le indagini di Guardia di Finanza. Tuttavia, la domanda che sicuramente ogni contribuente si porrà in caso di controllo finanza è “cosa fare”. Prima di tutto, è opportuno conoscere i propri diritti.
I diritti del contribuente nelle ispezioni della Guardia di Finanza
Una tutela, riconosciuta dalla Costituzione, per il contribuente sottoposto ad accertamento della Guardia di Finanza, è rappresentata dal divieto dei verificatori, in fase di ricerca documentale, di sottoporlo a perquisizione personale. Inoltre, vige il divieto di aprire coattivamente plichi sigillati, borse, casseforti, mobili, ripostigli e simili che siano chiusi a chiave. Qualora tali modalità fossero ritenute opportune dai verificatori, questi potranno attuarle solo con l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica.
Per rafforzare l’efficacia preventiva ci sarà anche una stretta in termini di controlli verso i contribuenti rimasti completamente «inerti». La Guardia di Finanza, infatti, accenderà un faro su chi non si è attivato né per segnalare al fisco elementi, fatti e circostanze non conosciuti né mettendo in atto un ravvedimento di precedenti omissioni o errori. Così saranno valutati eventuali profili di pericolosità fiscale, a cui potranno seguire approfondimenti e attività ispettive.
I principale indici ed i nuovi obiettivi della compliance
Nello specifico, la Guardia di Finanza ha esplicitato i principali indici su cui pone la propria attenzione durante le operazioni poste in essere nel corso di un proprio ipotetico controllo.
- la mappatura delle aree aziendali sensibili esposte al rischio-reato;
- la regolamentazione della formazione del personale in materia di D.Lgs. 231/2001;
- l’attuazione delle decisioni dei vertici aziendali;
- la gestione delle risorse finanziarie;
- la costituzione effettiva di un Organismo di Vigilanza;
- la previsione di un apparato sanzionatorio disciplinare interno;
- l’implementazione di un solido sistema di tutela verso il Whistleblower.
Inoltre, per promuovere i versamenti spontanei e il ravvedimento dei contribuenti, partendo da anomalie individuate nell’incrocio dei dati disponibili in Anagrafe tributaria, saranno inviati 2,6 milioni di alert nel 2023 destinati poi a salire a 3 milioni rispettivamente sia nel 2024 e nel 2025.
Con un trend crescente ipotizzato anche nei versamenti “stimolati”: 2,4 miliardi per il 2023 per poi arrivare a 2,77 miliardi sia nel 2024 che nel 2025. Del resto, la traiettoria è segnata proprio dal Pnrr che si prefigge di arrivare a ridurre la propensione all’evasione del 5% entro il 2025 e del 15% entro il 2026.
Per rafforzare la strategia della prevenzione, però, sono pronti (come indicato nella circolare operativa 2023 della Guardia di Finanza) anche controlli mirati sui contribuenti rimasti «inerti», ossia che non forniscono giustificazioni o non si ravvedono.
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